'O paese d'o sole ...

'O paese d'o sole ...
"" Chist'è 'o paese d''o sole, chist'è 'o paese d''o mare, chist'è 'o paese addò tutt' 'e pparole, sò doce o sò amare, sò sempe parole d'ammore ... "" - (Cliccate sull'immagine per ascoltare questa meravigliosa canzone, interpretata dallo straordinario Bruno Venturini).

sabato 4 maggio 2013

La chiesa di San Giovanni dei Fiorentini.

La chiesa di San Giovanni dei Fiorentini è una chiesa monumentale di Napoli ubicata originariamente nell'antico rione Carità, demolita negli anni cinquanta e ricostruita al Vomero.

Si ergeva presso l'antica via dei Fiorentini il cui percorso oggi è assai ridotto, nell'area ora occupata dal palazzo Fernandez.
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Storia.

La chiesa della numerosa comunità dei fiorentini ebbe un primo stanziamento nel XIII secolo nella zona del porto vicino alla porta del Caputo (o dei Caputi).

Nel 1557 i Fiorentini si trasferirono nella chiesa di San Vincenzo. Questa chiesa fu fondata nel 1461 (anche se alcuni storici propongono date diverse, come il D'Aloe che riporta il 1418 e il canonico Galante che riporta il 1448) da Isabella di Chiaromonte, regina di Napoli e moglie di Ferrante d'Aragona e affidata ai frati domenicani. La regina commissionò anche un quadro di San Vincenzo Ferrer, uno dei più gloriosi monaci dell'ordine domenicano. I fiorentini stanziatisi in questo edificio lo intitolarono a San Giovanni Battista. 

La chiesa possedeva un piccolo vestibolo e una cupola priva di decorazioni e l'interno era abbellito tra le varie opere da sculture di Michelangelo Naccherino e quadri di Giovanni Balducci e Marco Pino. Fu ristrutturata nel 1580, nel 1624 e infine nel 1845. In particolare quest'ultimo restauro, realizzato da Gaetano Fazzini, apportò alla chiesa lo stile neoclassico, di moda in quel periodo.

La chiesa dei Fiorentini non fu inclusa nei lavori di ricostruzione fascista della zona della Corsea che si spinsero fin sotto l'edificio, il quale venne affiancato alla fine degli anni trenta dal nuovo palazzo Fernandez di Ferdinando Chiaromonte. Nel 1937 era stato presentato il progetto della seconda fase di ricostruzione dell'antico rione San Giuseppe che interessava la zona dei Guantai Nuovi. La chiesa venne inclusa tra gli edifici da demolire, il cardinale Alessio Ascalesi nello stesso anno decretò la chiusura della chiesa, ma la guerra interruppe l'inizio dei lavori.

Nell'ambito del prosieguo della costruzione del nuovo rione Carità promosso dalla giunta Lauro, il tempio con la giustificazione che fu seriamente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale venne demolito tra il 1952 e il 1953 provocando la scomparsa dei resti di Bernardo Tanucci, il celebre statista toscano e ministro di Carlo III, che riposavano nell'ipogeo, al centro della crociera.

In seguito a particolari ricerche storiche è stato appurato che la chiesa non fu minimamente toccata dalle bombe e che la persistenza del tempio comprometteva l'opera edilizia allora in svolgimento.

Il palazzo Fernandez fu ampliato sul lato meridionale, occupando l'area della chiesa e in particolare il tratto cancellato della via dei Fiorentini, inglobato nel cortile interno.

La nuova chiesa.

La chiesa fu ricostruita al Vomero in via Pacio Bertini, vicino piazza degli Artisti e consacrata nel 1959. Ad essa fu assegnata parte del patrimonio artistico del vecchio luogo di culto, in particolare nove quadri del XVI secolo del Pino e del Balducci. Le statue del Naccherino invece furono portate alla basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio, a Capodimonte. Erano state rimosse dalla chiesa nel 1942, per preservarle dai bombardamenti.

L'altare è adornato dal dipinto raffigurante il Battesimo di Cristo, dipinto dallo stesso Marco Pino.

Dal 21 novembre 1997 la chiesa ospita le spoglie della Serva di Dio Angela Iacobellis, traslate dalla cappella cimiteriale di Napoli.
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